Il martirio di Caravaggio
di Elena Bastianini
Sugli Infiniti modi di raccontare un dipinto
In quanti modi si può vedere un dipinto? Come i mezzi digitali ci possono aiutare a raccontare le infinite storie di un quadro? Il Martirio di San Matteo è una celeberrima opera del Caravaggio che si trova nella Cappella Contarelli nella chiesa di San Luigi dei Francesi a Roma.
Caravaggio costruisce la scena d’azione con grande pathos, contrasto ed enfasi. San Matteo, già ferito, sta per essere ucciso dal suo aguzzino, che lo blocca a terra tenendolo per una mano, mentre l’altro braccio del santo sprofonda nella vasca battesimale, che quasi sembra divenire la sua tomba. La scena si svolge in chiesa, mentre Matteo stava battezzando i neofiti, che stanno semi nudi ai bordi della vasca battesimale a piscina comune nelle chiese paleocristiane e qui per paradosso si trasforma da un luogo di vita a un luogo di morte. Il suo aguzzino si era forse nascosto tra i neofiti, perché pure lui è semi nudo, per ucciderlo. Tutt’attorno le persone stanno fuggendo terrorizzate, ma un angelo scende su una nuvola portando la palma del martirio proprio verso la mano di Matteo tenuta ferma dal suo carnefice. Una scena complessa e piena di personaggi in azione che abbiamo voluto raccontare attraverso la trascrizione del dipinto in 3D.
Lo sguardo di Caravaggio
La scena del martirio diviene ancora più drammatica perché crea un diagonale che indirizza lo sguardo verso il volto di Caravaggio, che vive la scena come viveva la propria fede: tra luci ed ombre. I suoi occhi sono pieni di empatia e sconvolgimento, sembra immedesimarsi con il martire e al contempo con il carnefice, rendendo la scena molto suggestiva, quasi viscerale.