Il Medusa di Caravaggio
di Elena Bastianini
Uno scudo con la testa di Medusa
La celebre Medusa di Caravaggio conservata al Museo degli Uffizi non è una tavola o una tela, ma uno scudo dipinto che rappresenta la testa della Gorgone appena recisa da Perseo. Caravaggio rappresenta lo scudo con cui l’ eroe riuscì ad uccidere il mostro, perché gli permise di non incrociare mai lo sguardo pietrificante della Gorgone.
L’intensa espressività della Medusa di Caravaggio e le rime di Gaspare Murtola, che la descrivono con enfasi drammatica, ha ispirato questa animazione in VR.
L’esposizione della testa di Medusa
Ma come era esposto lo Scudo della Medusa al tempo di Caravaggio? Sappiamo che lo scudo fu donato al Granduca Ferdinando I de’ Medici dal cardinal del Monte nel 1598 e fu a lungo nell’armeria medicea al braccio di un’armatura orientale dono dello scià di Persia. L’armeria, in seguito smantellata, era agli Uffizi, dove lo scudo si trova ancora oggi in quello che è diventato il celeberrimo museo. Non abbiamo trovato nessuna ricostruzione del suo antico e scenografico allestimento, ma solo una dettagliata descrizione nell’inventario oggi conservato all’Archivio di Stato di Firenze.
“Un cavallo di legnio con barda di piastre di ferro lavorato e dorato di colore turchino attaccate con maglie e fibbie di ottone con frangia da pié a detta bardatura rossa e gialla foderata di seta rossa con sella di velluto piano rosso, e li arcioni di detta sella di ferro miniato d’oro con un pennacchio di fronte al cavallo usato bene n° 1. Una figura sopra al di la detto cavallo armata tutta di ferro a scaglie lavorate tutte a occhi di pagone d’oro e bigio lustro con maniche e goletta di maglia di ferro e per cimiero un turbante tela bianca con una punta di legnio sopra al detto turbante miniata doro a occhi di pagone, con una manopola con un dardo in mano, e nel altra mano uno scudo entrovi drentro dipinto una testa di Medusa tutta serpeggiante di mano del Caravaggio, con scimitarra di acciaio dommaschino alla turchescha con fornimento di argento dorato e manicho e fodero di sagrì con cintura dei quoio ordinato, e una borsa di quoio soppannata di panno rosso n° 136.” Archivio di Stato di Firenze, GM, 513, cc. 1r-v.
Partendo da questa descrizione abbiamo provato ad ipotizzare come dovesse apparire la Medusa nel Seicento.